A seguito delle novità introdotte a partire dal 2010, sulle società controllate estere, all’agenzia delle Entrate sono giunti un gran numero di interpelli disapplicativi della normativa riguardante le Cfc.
Nello specifico, in generale tre sono le situazioni tipo in cui può incorrere il contribuente:
- arriva risposta positiva alla richiesta di disapplicazione o non arriva risposta (silenzio/assenso) nei 120 giorni dall’arrivo: il contribuente disapplica la normativa e non dichiara per trasparenza il reddito della controllata estera.
- arriva risposta negativa, il contribuente si adegua in dichiarazione compilando il quadro FC del modello Unico, dichiarando pro-quota il reddito 2010 della partecipata estera determinato seguendo le regole della normativa italiana. Egli può decidere di non applicare comunque la norma.
- arriva un provvedimento di inammissibilità dell’interpello per mancanza di elementi considerati essenziali o per mancanza di documentazione necessaria: il contribuente dovrebbe adeguarsi al provvedimento dell’Amministrazione finanziaria e compilare il quadro FC del modello di dichiarazione. Ma, potrebbe decidere di disapplicare la normativa se ritiene che le motivazioni dell’istanza siano fondate, dimostrando le ragioni in sede di successivo controllo, con il rischio però di incorrere nella sanzione massima prevista dalla legge per il caso di infedele dichiarazione.
weekly news 36/2011