La Corte di Cassazione – sentenza n. 18655/2011 – ha confermato il licenziamento intimato nel 2006 ad un dipendente bancario per aver espresso giudizi denigratori nei confronti del capoufficio.
Il nodo su cui si è incentrato il processo è stato il ritrovamento di una lettera scritta dal lavoratore licenziato e lasciata nella stampante dell’ufficio, che a detta della difesa dell’impiegato era indirizzata al suo legale ed era stata involontariamente dimenticata, mentre per l’accusa era stata deliberatamente lasciata affinchè venisse letta dagli altri colleghi.
La Suprema Corte, ritenendo “privo di pregio” il fatto che il documento fosse privato, ha appoggiato la tesi della banca ed ha convalidato il licenziamento.
weekly news 37/2011