Via libera delle Commissioni Bilancio e Finanze della Camera agli emendamenti di relatori e Governo con gli aggiustamenti sulle pensioni.
La questione sollevata in merito ai lavoratori che dalle proiezioni risultavano più penalizzati, arriva al compromesso. Con un emendamento imbarcato dalla Manovra, sulla quale probabilmente si chiederà la fiducia, le misure che avrebbero fatto slittare fino a 5 anni le pensioni dei dipendenti nati nel 1952 (60 anni a gennaio del 2012) con 35 anni di contributi (chi lavora dal 1976), sono state ritoccate con la conseguenza che i lavoratori dipendenti da privati potranno uscire a 64 anni di età, non a 66, per chi ha iniziato a lavorare entro il 1977, con i 35 anni di contributi. Le lavoratrici dipendenti del settore privato, inoltre, avranno accesso alla pensione a 64 anni, se entro il 31 dicembre 2012 maturano 20 anni di contributi e 60 anni d'età.
Sono attenuate anche le penalizzazioni: si avrà l’1% in meno per ogni anno di anticipo rispetto a 62 anni, con il sistema contributivo.
Altro punto caldo risolto è quello della garanzia di indicizzazione, che diventa piena per il 2012 per tutti gli assegni fino a tre volte il minimo (1.402 euro).
Sulle pensioni oltre i 200mila euro lordi l'anno sarà applicato un contributo di solidarietà del 15%.
Aumenteranno le aliquote contributive sugli autonomi. Artigiani, commercianti e agricoli, nel 2018, arriveranno all'aliquota del 24%.
weekly news 50/2011