La Suprema corte di cassazione, con la sentenza n. 25677 del 3 luglio 2012, ha confermato il sequestro per equivalente disposto sul conto corrente di un contribuente nell’ambito di un procedimento penale in cui quest’ultimo era accusato per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte in quanto, nella pendenza di una procedura esattoriale a suo carico, aveva prelevato dal conto corrente bancario tutti i propri risparmi convertendo immediatamente queste somme in centinaia di assegni circolari dell'importo di 2.400 euro ciascuno.
Più che il prelevamento di tutti i propri depositi pari ad euro 1.745.300, la condotta ritenuta anomala e, quindi, determinante ai fini della configurabilità del reato contestato, era quella relativa alla richiesta della conversione degli importi prelevati in numerosissimi assegni di importo inferiore rispetto al limite fissato dalla normativa antiriciclaggio ai fini della tracciabilità.
Per la Corte, infatti, gli elementi della condotta tenuta dall’indagato, lungi dall'essere indicativi di un comportamento semplicemente volto a cercare di disporre dei propri beni, erano da ritenere caratterizzati dalla componente della fraudolenza.
weekly news 27/2012