Con la sentenza n. 26863, depositata il 9 luglio 2012, la Corte di cassazione ha confermato la responsabilità penale di un imprenditore per il reato di dichiarazione fraudolenta, in considerazione della presenza, nella contabilità della società da egli amministrata, di fatture emesse da un fornitore di olio che, in realtà, era di dimensioni troppo ridotte rispetto al volume di acquisti cui le fatture medesime facevano riferimento.
I giudici di legittimità, in particolare, hanno condiviso il ragionamento delle Corti dei gradi precedenti le quali avevano preso le mosse dalla accertata impossibilità della società fornitrice di commercializzare, all'epoca dei fatti, olio per gli importi indicati nelle fatture in oggetto.
A nulla è valsa la linea di difesa dell’amministratore, secondo cui il ragionamento deduttivo degli organi giudicanti non prendeva, in realtà, in considerazione l’ipotesi che la società fornitrice avesse a sua volta acquistato altrove l'olio per poi rivenderlo.
weekly news 28/2012