La Commissione tributaria provinciale di Cremona, con la sentenza n. 58/3/13 depositata il 27 maggio 2013, accoglie il ricorso di un contribuente avverso tre diversi avvisi di accertamento con i quali le Entrate contestavano maggiori ricavi desunti dalle indagini effettuate sui conti correnti bancari dell'accertato. Quest'ultimo evidenziava come parte dei prelevamenti erano stati effettuati per spese personali necessarie per il sostentamento personale e della famiglia.
Secondo i giudici deve essere ammessa la quantificazione di un plafond forfettario riservato a spese personali del contribuente e dei suoi familiari (nel caso in esame viene stabilito in 20 mila euro annuali per ogni esercizio accertato).
Validate così anche quelle motivazioni del contribuente che evidenziavano come – nonostante l'art. 32, n. 2, del DPR n. 600/1973 ponga come ricavi e compensi quei versamenti e prelevamenti ingiustificati sul conto corrente - possano esistere uscite personali delle quali, in contabilità semplificata, imprenditori e professionisti titolari del conto corrente non sempre riescono a darne giustificazione.