L’impatto sulla fiscalità del socio che riceve in assegnazione un immobile della società è tra gli aspetti più complessi dell’assegnazione agevolata introdotta dalla L. 208/2015 (articolo 1, commi da 115 a 120). È chiaro che un corretto tax planning non può tralasciare eventuali incrementi di imponibile per il socio, un argomento sul quale la norma non si sofferma molto, se non per escludere (comma 118) l’applicazione di alcune regole contenute nell’articolo 47, Tuir. Una prima distinzione va fatta sul tipo di società: se è di persone, generalmente non si pongono problemi in capo al socio, mentre se è di capitali la vicenda è più delicata. Se quindi la società che assegna l’immobile è di persone, il socio cui vanno attribuite riserve di utile o di capitale in genere non subisce un ulteriore prelievo, poiché non esiste, in questo caso, una fattispecie di reddito da capitale. Il costo della partecipazione sarà ridotto dalla distribuzione, ma è improbabile che si generi il cosiddetto “sottozero” (cioè valore del bene assegnato superiore al costo della partecipazione), poiché fino al valore contabile del bene avremo una contropartita nello stesso dato contabile del patrimonio netto, e per l’eventuale eccedenza la società paga una sostitutiva che esaurisce l’obbligazione tributaria anche in capo al socio.