Perdite fiscali riportabili nelle operazioni di fusione qualora la riduzione del patrimonio netto sia imputabile a un evento contabile straordinario più che a un “depotenziamento” della società. È questa in estrema sintesi la posizione dell'Agenzia delle entrate che, continuando nell'evoluzione interpretativa della disciplina in tema di riporto degli attributi fiscali (ovvero perdite fiscali pregresse, interessi passivi indeducibili ed eccedenze Ace) nelle operazioni di fusione (risposte a interpello n. 93/2018, n. 109/2018 e n. 3/2019), in una recente risposta a interpello non ancora pubblicata ha riconosciuto la possibilità di disapplicare i limiti sul riporto delle perdite fiscali di cui all'articolo 172, comma 7, Tuir nei confronti di una società che, pur risultando vitale per il relativo test, presentava un patrimonio netto incapiente.