Con le dichiarazioni presentate quest’anno si applicano per la prima volta la maggior parte delle novità sui reati tributari. In molti casi, infatti, le modifiche apportate dal collegato fiscale dell’anno scorso (D.L. 124/2019, convertito nella L. 157/2019) concernono i delitti dichiarativi. Le modifiche, in alcuni casi, sono molto delicate. La dichiarazione infedele è la fattispecie penale tributaria meno grave tra i reati “dichiarativi”. Si tratta della sottrazione a tassazione di elementi attivi oltre una certa soglia e/o della deduzione di costi inesistenti non supportati da fatture o altri documenti, altrimenti si rientrerebbe nel più grave delitto di dichiarazione fraudolenta. Le dichiarazioni fraudolente, al contrario, si realizzano con due differenti metodologie illecite: l’utilizzo di documenti per operazioni inesistenti, e con altri artifizi. Infine, per l’omessa presentazione, la sanzione penale scatta in presenza non solo dell’inadempimento ma allorché l’imposta evasa (imposte sui redditi, Iva), e le ritenute non versate siano superiori a 50mila euro. Il riferimento è per ciascun periodo di imposta per singola imposta.