Il 10.6.2024 il Consiglio dei Ministri ha approvato, in esame preliminare, il decreto legislativo relativo al recepimento della direttiva (Ue) 2022/2464 (Corporate Sustainability Reporting Directive - CSRD), che modifica il regolamento (Ue) n. 537/2014, la direttiva 2004/109/Ce, la direttiva 2006/43/Ce e la direttiva 2013/34/Ue per quanto riguarda la rendicontazione societaria di sostenibilità, e per l'adeguamento della normativa nazionale. Come evidenziato nel comunicato stampa diffuso dal Governo, gli obblighi di rendicontazione introdotti dalla CSRD gravano, oltre che su tutte le imprese di grandi dimensioni, anche sulle piccole e medie imprese (ad eccezione delle microimprese) che siano enti di interesse pubblico.
Si ricorda, peraltro, che i temi ESG hanno un impatto rilevante anche sulle PMI non di interesse pubblico. Le ragioni che spingono verso un sempre maggiore coinvolgimento delle piccole e medie imprese hanno diversa natura e sono riconducibili ai seguenti fattori:
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richieste provenienti dagli stakeholder (ad esempio, sistema bancario e compagnie assicurative);
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appartenenza a catene di approvvigionamento (o valore) che fanno riferimento a imprese di maggiori dimensioni che devono o vogliono garantire determinati standard (due diligence di sostenibilità).
Le regole introdotte dalla CSRD vanno nella sostanza ad aggiornare quanto precedentemente previsto dalla c.d. "Non-Financial Reporting Directive (NFRD)", che resterà in vigore fino a quando le società non dovranno applicare le nuove regole della CSRD.