La CGIL Nazionale comunica di aver presentato ricorso alla Commissione Europea contro la nuova regolamentazione del contratto a termine approvata dal Governo, perché in contrasto con la prevalente disciplina europea sul lavoro.
Per il sindacato della Camusso, il D.L. n. 34/2014, convertito dalla Legge n. 78/2014, eliminando l'obbligo di indicare una causale nei contratti a termine, ha spostato la prevalenza della forma di lavoro dal contratto a tempo indeterminato al contratto a tempo determinato.
Come chiarito dalla stessa CGIL, sono quattro i punti principali su cui si basa il ricorso:
- l’acausalità lascia spazio ad utilizzi impropri e penalizza i lavoratori;
- l’utilizzo di acausalità, rinnovi e proroghe espone il lavoratore al rischio di non riuscire a firmare mai un contratto “stabile”, indicato come “contratto comune” proprio dalla normative Ue, con forti penalizzazioni soprattutto per i gli over 50 e le donne;
- si introduce un'assoluta discrezionalità rispetto ai licenziamenti;
- non c'è alcuna prova statistica che all'aumento della precarietà corrisponda un aumento dell'occupazione.