Il concetto di prevalenza applicato all’attività d’impresa va necessariamente inteso in senso qualitativo e quantitativo, quindi rapportato all’impegno di tempo ed energie fisiche e mentali che l’attività richiede. Ne discende l’equazione che ad una maggiore remunerazione debba corrispondere un maggior impegno lavorativo profuso. Ma, il contribuente amministratore della società, in capo al quale emerge un reddito di lavoro autonomo cospicuo, può dimostrare in sede contenziosa che “alla prevalenza del corrispettivo riconosciutogli per l’attività di amministratore non corrisponda una sostanziale prevalenza d’impegno, in quanto per vedersi riconosciuta la deduzione occorre l’effettiva prevalenza dell’attività di socio, e non la valutazione economica che ad esso viene attribuita”. La Corte di Cassazione (sentenza 3173/2010), in linea con precedenti giurisprudenziali, conclude cioè che il corrispettivo economico rappresenta solo uno degli elementi di valutazione, benché da esso non si possa prescindere senza idonea motivazione. Ma il contribuente, che non ha fornito questa spiegazione, rischia che siano ridiscusse le deduzioni Ilor della società
weekly news 07/2010