La Corte di cassazione con sentenza n. 4375 del 23 febbraio 2010 ha respinto il ricorso di un’azienda che lamentava il reintegro di una dipendente che era stata licenziata per aver abusato dell’utilizzo di Internet durante le ore di lavoro. I giudici hanno ritenuto non esservi proporzione tra il fatto del dipendente e la sanzione addebitata ossia il licenziamento: infatti era emerso che la durata dei collegamenti, salvo uno, era stata di pochi minuti e che l'accesso ad Internet era avvenuto per lo più in pausa pranzo.In materia di controlli del datore di lavoro sulle apparecchiature utilizzate dal lavoratore la Corte ricorda che l’impiego di tecnologie apposite è legittimo solo se vi sono accordi sindacali o provvedimenti del servizio ispettivo della Dpl. A tale proposito poi i giudici distinguono i controlli effettuati a mezzo di sistemi operativi necessari per il funzionamento del computer e di sistemi applicativi. Sono da considerare illeciti i sistemi basati su software applicativi perché hanno la funzione di elaborare i dati del sistema.
weekly news 08/2010