Nell’analisi dell’autore Tiraboschi, il passaggio di maggiore interesse è il richiamo al rilancio, che il “collegato lavoro” fa, della certificazione, che nella pratica porterà alla riduzione del contenzioso in materia. La certificazione consentirà rapporti di lavoro fondati sul principio dello “stare ai patti”, della correttezza contrattuale, che metterà in chiaro da subito quali ragioni legittimano il ricorso ad una piuttosto che un’altra tipologia di contratto. Le parti – datori e lavoratori - esprimeranno finalmente in modo informato e consapevole la loro reale volontà. Del resto, come già sottolineato dalla Cassazione, anche in questo ambito, come in qualunque altro settore produttivo, non si può certo escludere la legittimità di rapporti di collaborazione, svolti non già e non solo nelle forme della subordinazione, quanto in regime di autonomia a seconda del ricorrere o meno dell’elemento dell’assoggettamento al potere organizzativo, gerarchico e disciplinare del datore.
weekly news 14/2010