La Cassazione, Sezione tributaria, nel testo della sentenza n. 17387 del 23 luglio 2010, ha confermato la legittimità di un accertamento induttivo Iva scattato a seguito del rinvenimento, da parte della Guardia di Finanza, di documentazione extracontabile presso l'amministratore di fatto della società, coniugato con la legale rappresentante della stessa, nonché di denaro ingiustificato nei conti di diversi familiari di quest'ultima. La Corte di legittimità, oltre a ribadire la correttezza del detto accertamento, ha chiarito come la riferibilità dei conti dei familiari della legale rappresentante alla gestione sociale fosse desumibile da elementi gravi, precisi e concordanti quali la base familiare dell'impresa nonché il fatto che i titolari dei conti non disponevano di mezzi propri idonei a giustificare spostamenti di cospicue somme di denaro. Una volta individuata tale riferibilità su base presuntiva qualificata – conclude la Corte – era la società ad essere “onerata di prova circa la estraneità delle movimentazioni bancarie alla gestione sociale”.
weekly news 30/2010