Notizia

La prova delle crisi aziendale fa scattare l ' esclusione dell ' applicazione degli studi di settore

Pubblicato il 23 settembre 2010 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi

La sentenza n. 19136, del 7 settembre 2010, emanata dalla Cassazione, ha affrontato e risolto il problema dell’applicabilità degli studi di settore alle imprese che affrontano una situazione di crisi economica. I Supremi giudici, conformandosi al contenuto dell’articolo 10 della Legge n. 146/1998, hanno previsto quale causa di esclusione dell’applicazione degli studi di settore il non normale svolgimento dell’attività d’impresa. In alcuni casi è facile individuare, da parte dell’agenzia delle Entrate, quali siano le ipotesi che soddisfano il requisito del non normale svolgimento dell’attività. Ma, in molti altri casi si rischia di creare scenari semplificativi e non rappresentativi delle reali condizioni di svolgimento dell’attività d’impresa e di lavoro autonomo. Su tali premesse è intervenuta la Fondazione studi del Consiglio nazionale dei Consulenti, che ha rilasciato la circolare n. 10/2010, con cui si analizzano i casi pratici di non normale svolgimento dell’attività che possono essere ricondotti alla crisi d’impresa. Per la Fondazione è, infatti, importante definire quali sono gli elementi che segnalano e comprovano la crisi aziendale e che – sulla scia della sentenza indicata – sono tali da escludere l’applicazione degli studi di settore, facendo così ritenere nulli gli accertamenti induttivi fondati “sullo scostamento delle medie di ricarico applicate da un’azienda in crisi dagli studi di settore”. Tuttavia, non sembra opportuno fissare dei parametri “stabili” con cui definire se l’azienda rientri o meno nei casi di crisi aziendale, piuttosto sembrerebbe opportuno giudicare esistente il fenomeno della crisi aziendale tutte le volte che l’azienda si trova a sospendere la propria attività. La sospensione non programmata dell’attività, infatti, costituisce sicuramente una condizione di non normalità nell’esercizio dell’attività imprenditoriale, che giustifica uno scostamento anche sensibile dai risultati parametrici. Tutto ciò è avvalorato ancora di più se si pensa che gli studi di settore sono calibrati in funzione della struttura produttiva del contribuente e in ragione del settore economico di appartenenza. Da qui la conclusione della circolare n. 10/2010, secondo cui: “quando la crisi d’impresa si manifesta mediante una sospensione dell’attività produttiva è da ritenersi che ci si trovi di fronte ed una evidente situazione di esclusione dell’applicazione degli studi di settore, tale da consentire in via preventiva, in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, di evocare l’ipotesi di esclusione”. A tal proposito, e necessario munirsi di elementi di prova ineccepibili, come il perfezionamento di alcune specifiche procedure quali: l’ammissione alle procedure di Cig o Cigs, i licenziamenti collettivi e la mobilità.
weekly news 38/2010

Prossime scadenze

Calendario
Scadenza del 10 febbraio 2025
Bonus pubblicità 2024

Invio telematico all’Agenzia delle Entrate della “Dichiarazione sostitutiva relativa agli investimenti effettuati”, riferita agli investimenti pubblicitari effettuati nel 2...

Scadenza del 17 febbraio 2025
Iva Liquidazione mensile e trimestrale “speciale”

Liquidazione IVA riferita a gennaio e versamento dell’imposta dovuta;liquidazione IVA riferita al quarto trimestre 2024 da parte dei contribuenti “speciali” e versamento dell&rs...

Scadenza del 17 febbraio 2025
Irpef Ritenute alla fonte redditi di lavoro dipendente e assimilati

Versamento delle ritenute operate a gennaio relative a redditi di lavoro dipendente e assimilati (collaboratori coordinati e continuativi – codice tributo 1001).

Scadenza del 17 febbraio 2025
Irpef Ritenute alla fonte redditi di lavoro autonomo

Versamento delle ritenute operate a gennaio per redditi di lavoro autonomo (codice tributo 1040).