La Corte di Cassazione, con sentenza n. 21875 del 26 ottobre, pur confermando che, ai sensi dell'articolo 111 del Tuir, è esclusa la natura commerciale delle attività svolte dagli enti associativi in favore dei propri associati e l'imponibilità delle somme da questi versate a titolo di quote associative, ha sottolineato come, comunque, non hanno diritto al trattamento fiscale di favore le attività a pagamento poste in essere da un’associazione non profit che siano svolte nei confronti di “terzi”. Nel caso esaminato dai giudici di legittimità, il Fisco aveva contestato l’esistenza di un’attività imprenditoriale non dichiarata in capo ad un'associazione senza scopo di lucro, nella specie una scuderia, in considerazione di alcuni compensi percepiti occasionalmente per “lezioni di equitazione e ricovero dei cavalli". Per la Corte, che ha ribaltato le precedenti decisioni di merito, era legittimo che le attività a pagamento, anche se poche, andassero tassate.
weekly news 43/2010