Con il messaggio n. 16355/2011, l’Inps – ricevuto il via libera da parte del ministero del Lavoro – riconosce le prestazioni di sostegno al reddito a carico dei lavoratori in mobilità che in presenza dei requisiti richiesti non sono potuti andare in pensione con le vecchie regole ed, inoltre, da fine giugno, si sono visti sospendere le indennità erogate dallo stesso Istituto previdenziale.
Le vecchie regole a cui si fa riferimento sono quelle sancite dalla legge n. 122/2010, che per un numero ristretto di 10mila lavoratori aveva previsto una sorta di clausola di salvaguardia per cui gli stessi potevano accedere al pensionamento senza attendere i 12 mesi dalla maturazione dei requisiti, che la stessa legge prevede per l’uscita dei dipendenti (18 mesi per gli autonomi): cosiddetto meccanismo delle “finestre mobili”.
All’Inps era affidato il compito di monitorare le richieste con la condizione che se le graduatorie avessero superato quota 10mila, non si sarebbero dovute più considerare altre istanze. Ma così non è stato. L’Inps non ha portato a termine le operazioni necessarie per individuare i destinatari e, quindi, sono state sospese le indennità di mobilità.
Subito è stato avvisato il ministero del Lavoro che, di concerto con l’Economia, può decidere di prolungare nei limiti delle risorse del Fondo sociale per l’occupazione e formazione, il trattamento di sostegno al reddito. Resosi conto dell’urgenza della situazione, il Ministero ha autorizzato l’Inps a pagare, in via provvisoria per i mesi di luglio e agosto 2011, le prestazioni di sostegno al reddito di alcune categorie di lavoratori. Nello specifico, si tratta di lavoratori in mobilità ordinaria o lunga e i lavoratori in esodo a carico dei fondi di solidarietà.
weekly news 33/2011