Con sentenza n. 26167 del 6 dicembre 2011, la Cassazione ha confermato la decisione con cui i giudici dei gradi precedenti avevano ritenuto legittimo un accertamento analitico-induttivo disposto dal Fisco nei confronti di una società in considerazione della condotta anti-economica dalla stessa posta in essere; in particolare, la contribuente aveva presentato delle dichiarazioni Iva che esponevano, per diversi periodi di imposta, delle perdite costanti ed un volume di acquisti di beni sempre superiore al fatturato dalla stessa conseguito.
Secondo la Corte, il comportamento anti-economico della società giustificava di per sé l'accertamento analitico-induttivo dei ricavi da parte dell'amministrazione finanziaria; un accertamento che non è da considerare precluso nemmeno dall'eventuale presenza – come nel caso esaminato - di scritture contabili formalmente regolari.
Nei contesti come quelli di specie – continua la Suprema corte – grava sull'imprenditore l'onere di provare e motivare le scelte non in linea con i canoni dell'economicità.
weekly news 49/2011