Il reato penale di chi, rispondendo al Fisco, produce atti o documenti falsi, anche parzialmente, o fornisce dati e notizie non rispondenti al vero è equiparato a quello della falsità nelle autocertificazioni e sconta la reclusione (articolo 76 del Dpr 445/2000). Manca, tuttavia, un contorno definito in merito. Così, le ricadute nell’illecito sono possibili nell’ambito dell'intera attività di controllo: dai questionari inviati al contribuente, alle richieste in sede di verifica.
Sempre nell’ambito della lotta all’evasione, stringenti sono le misure previste sui conti correnti e sui rapporti banca-cliente in generale. Ad essere visibili al Fisco tutte le movimentazioni dei conti e non, con relativo importo. Saranno riversate periodicamente nell'Anagrafe tributaria dal 1° gennaio 2012 dagli operatori finanziari. Una novità è che i dati dei conti correnti potranno servire al Fisco oltre che per i controlli anche per l'individuazione dei contribuenti da accertare. Dunque, è ribaltato il sistema dei controlli sulle movimentazioni, dal momento che finora la richiesta di informazioni - peraltro su determinati anni - partiva solo dopo aver individuato la probabile evasione.
Anche l’Inps provvederà ad arricchire le informazioni a disposizione del Fisco con i dati relativi alle posizioni di chi beneficia di prestazioni socio-assistenziali.
weekly news 49/2011