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L'Aspi a regime entro il 2015. La riforma del Lavoro entro primavera. Sindacati critici, delusi, preoccupati

Pubblicato il 13 marzo 2012 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi

Ad inizio primavera si chiuderà, nelle intenzioni del ministro del Lavoro, Fornero, e del Presidente del Consiglio dei Ministri, Monti, l’accordo con le parti sociali sulla riforma del mercato del Lavoro.

Il tavolo delle trattative è, il 12 marzo 2012, al suo sesto confronto e vi partecipano gli esponenti di spicco delle organizzazioni sindacali ed imprenditoriali.

Nella sostanza degli interventi, il giorno seguente, il principale obiettivo del Governo e del Ministro è ridurre i livelli di disoccupazione del Paese sino al 4-5% strutturale, “tassello essenziale ai fini della crescita, con un forte coinvolgimento del Sud”, poiché “Non c’è crescita senza equilibrio tra Nord e Sud”.

Ancora: il contratto di lavoro a tempo determinato "dovrà costare un po' di più”.

L'azione delicata riguarda i nuovi ammortizzatori che andranno a regime nel 2015 e che affiancheranno il sistema della cassa integrazione, i cui fondi, rassicura Elsa Fornero, "non saranno presi dal fondo sociale". Gli ammortizzatori decisi dall’Esecutivo si chiameranno “Aspi”, che sta per Assicurazione sociale per l'impiego, e garantiranno un'integrazione al reddito per i lavoratori dipendenti del settore privato e per i dipendenti con contratto a termine del settore pubblico. Un sussidio unico, che giungerà gradualmente a partire dal 2013 per raggiungere il nuovo regime, appunto, entro il 2015. L’accesso al sostegno prevede, per ora, due anni di anzianità assicurativa e perlomeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio, mentre l'assegno ammonterebbe a circa 1.119 euro (tetto massimo), con un abbattimento del 15 per cento dopo i primi sei mesi e di un ulteriore 15 per cento passati altri sei mesi. Tutte le forme di indennità introdotte con il regime delle deroghe saranno così bloccate.

Ora le reazioni.

Per la leader della Cgil, Susanna Camusso: "Il dato di oggi è un passo indietro". In particolare, l'accelerazione dell’ingresso dei nuovi ammortizzatori "si traduce nel breve periodo, durante la crisi, in una riduzione della copertura e nessun vantaggio sulla prestazione economica".

Luigi Angeletti - Uil - pronostica che la trattativa sul mercato del lavoro si chiuderà "entro questa settimana". Ma aggiunge: "(…) la conclusione che mi posso attendere sarà una delusione per molte persone".

Infine, il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni, sostiene che "L'unica cosa che non ci convince affatto, anzi siamo preoccupatissimi" è "la transizione breve" per la riforma degli ammortizzatori, che anticipa l’arresto della mobilità (anche dei sussidi della disoccupazione e dell’attuale regime delle deroghe) e con la crisi e l'aumento dell'età pensionabile provocherebbe "una ecatombe sociale".

weekly news 11/2012

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