Secondo i giudici di Cassazione – sentenza n. 27296 del 10 luglio 2012 – per procedere con il sequestro probatorio occorre che il relativo provvedimento dispositivo fornisca adeguate motivazioni circa la necessità delle cose sequestrate “ai fini dell'accertamento dei reati per i quali si procede”.
In particolare, deve essere considerato illegittimo il provvedimento di sequestro che non specifichi l'inerenza del materiali oggetto della misura cautelare – nella specie, documenti informatici e cartacei di un imprenditore - e il tipo di reato tributario ipotizzato.
Sulla scorta di detti assunti, la Suprema corte ha accolto il ricorso di un contribuente nei confronti del quale, nell’ambito di un’indagine per frode fiscale, la Guardia di finanza aveva sequestrato diversi file e documenti reperiti nel corso di un'ispezione. Nel decreto confermativo del sequestro, tuttavia, non era stata motivata l'inerenza fra la documentazione
weekly news 28/2012