La Corte di cassazione, con la sentenza n. 28519 depositata il 16 luglio 2012, ha chiarito che il fatto che un commercialista svolga una pluralità di incarichi in un’impresa societaria (nel caso di specie sotto inchiesta per bancarotta), o nello stesso novero societario facente capo ad un solo soggetto, è solo un possibile riscontro di un ruolo pregnante ed importante dell'indagato, ma non rappresenta la “stringente dimostrazione di una aprioristica sudditanza - ndr per riconoscenza verso l’imprenditore - al volere dell'amministratore o la prova della sua proclività all'illecito”.
Inoltre, la carica sindacale dello stesso non dimostra la partecipazione ai momenti gestori dell’azienda. La pluralità degli incarichi “non giova alla tesi di un complessivo condizionamento supino del prevenuto ai voleri dell'imprenditore”. Con questa precisazione la Corte ha ritenuto non giustificata la misura interdittiva dall'attività professionale, per due mesi, nei confronti del commercialista indagato in concorso con l’imprenditore.
weekly news 29/2012