Anche l’appropriazione indebita di una modestissima somma di denaro da parte di un dipendente ai danni del datore di lavoro può essere motivo di licenziamento per giusta causa.
A confermarlo i giudici della Suprema Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14551 del 17 agosto 2012.
Convalidando la decisione presa dalla Corte di Appello di Roma, la Corte afferma la legittimità del licenziamento di un portiere di un albergo, che aveva intascato i 30 euro sborsati da un cliente per noleggiare una cassetta di sicurezza senza versarli nelle casse aziendali.
Ciò che viene sottolineato nella pronuncia è che il dipendente, a seguito dell’accaduto, ha procurato un danno d’immagine alla struttura alberghiera tale da minare irreversibilmente il rapporto fiduciario con l’azienda. A nulla, infatti, sono valse le difese del lavoratore che aveva contestato la proporzionalità tra il suo comportamento e la sanzione del licenziamento.
È, comunque, da osservare che il richiamo al danno d’immagine, seppure importante, non deve mettere in secondo piano il vero motivo della giusta causa del licenziamento: l’appropriazione indebita.
weekly news 33/2012