Un contribuente colpito da avviso di accertamento su una presunta plusvalenza ricavata dalla cessione della propria azienda è ricorso nei vari gradi di giudizio.
Il piccolo imprenditore aveva ricavato dalla cessione poco più di 11 mila euro, mentre nell’atto di accertamento fiscale gli viene contestata la realizzazione di una plusvalenza di oltre 15mila euro. Per tale ragione, il contribuente ricorre prima dinanzi alla commissione tributaria provinciale e, poi, in un secondo momento, in Cassazione, visto che la Ctr aveva successivamente ribaltato il verdetto accogliendo il gravame dell’Amministrazione finanziaria.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14800 del 4 settembre 2012, accoglie il ricorso del contribuente e dichiara nullo l’accertamento fiscale sulla presunta plusvalenza ricavata dalla cessione d’azienda dal momento che dall’atto dell’operazione straordinaria conclusa risulta una somma inferiore rispetto a quella che il Fisco ha contestato all'imprenditore. Dunque: se dall’avviso di accertamento emerge una somma superiore a quella realizzata dall’atto di cessione, lo stesso è da considerare non valido.
weekly news 36/2012