Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elsa Fornero, nella seduta di giovedì 20 settembre, in una interrogazione a risposta immediata sulla riforma degli ammortizzatori sociali e sulla nuova ASPI (Assicurazione Sociale Per l'Impiego), ha fatto il punto su uno degli assi portanti della riforma del mercato del lavoro, vale a dire il nuovo assetto degli ammortizzatori sociali.
Spiega il Ministro che la riforma nella parte degli ammortizzatori sociali va in una direzione di maggiore universalismo, spostando la protezione dal singolo posto di lavoro (che, quando non più economicamente vitale, non implica che una perdita di risorse della collettività) alla tutela del lavoratore. Essa ha il senso profondo di aiutare i lavoratori licenziati a trovare il più rapidamente possibile una nuova occupazione, non ad essere sussidiati per anni come se il loro lavoro fosse ancora economicamente vivo.
Un aspetto della trasformazione degli ammortizzatori sociali cui punta il Ministro, in una auspicata collaborazione con Regioni e parti sociali, è l'occupabilità: “un lavoratore che rimanga privo di lavoro deve essere assistito monetariamente perché possa soddisfare i bisogni suoi e della famiglia, ma deve essere anche assistito con buoni servizi per il lavoro e con buone politiche attive che gli diano la possibilità di trovare una nuova occupazione. A questa delega stiamo lavorando.”.
Ma, l'approvazione della riforma avviene in un nostro delicato momento di recessione, durante il quale vanno assistiti i lavoratori. L'ASPI entra in vigore il 1° gennaio 2013, aggiungendosi agli strumenti oggi attivi: cassa integrazione, ordinaria e straordinaria, deroga e mobilità. La mobilità resterà operativa pienamente fino al 2014 e poi avrà un décalage, per scomparire nel 2017 e consentire all'ASPI di essere “anche più universale di quanto non sia oggi, il vero strumento contro la disoccupazione e, appunto, come l'abbiamo definita, una assicurazione sociale per l'impiego.”.
Il Ministro conclude: “Credo che questa legge, nella sua parte sugli ammortizzatori sociali, vada veramente nella direzione di una modernizzazione non soltanto formale, ma sostanziale del mercato del lavoro e vada verso quello che possiamo definire un modello di mercato del lavoro più inclusivo e più dinamico, e perciò più produttivo. Questo era il senso della riforma. Questo è il senso dell'accompagnamento, che certamente il Governo farà fino a quando sarà in carica, di tutte le situazioni difficili che si creano a seguito della grave recessione della quale abbiamo tutti parlato.”
weekly news 38/2012