La Corte di cassazione, con la sentenza n. 49093 del 18 dicembre 2012, ha accolto il ricorso presentato da una donna avverso il provvedimento con cui i giudici di merito avevano confermato il sequestro preventivo del proprio conto corrente sul quale aveva disponibilità di prelievo anche il fratello, nell’ambito di un’indagine in cui quest’ultimo era accusato di evasione fiscale in qualità di titolare di un'impresa individuale.
Secondo la Suprema corte di legittimità, in particolare, l'ordinanza con cui era stato disposto il sequestro sul conto intestato alla donna era di ritenere illegittima in quanto “la soluzione di continuità tra il potere di integrare le ragioni, esercitato, e l'ulteriore contenuto dell'ordinanza impugnata, laddove, adducendo che l'essere i conti intestati alla sorella in disponibilità del fratello è motivo della loro sottoposizione a sequestro, trasforma il motivo in determinazione (la loro sottoposizione a sequestro è determinata dalla circostanza che essi siano da ritenersi nella disponibilità dell'indagato), incidendo pertanto sull'oggetto della richiesta cautelare in senso estensivo”.
weekly news 51/2012