Con ordinanza del 4 ottobre 2012 la Corte di giustizia Ue si è pronunciata con riferimento alla domanda pregiudiziale proposta dal Consiglio di Stato italiano e concernente l’interpretazione dell’articolo 6 della Direttiva 93/37/CEE che coordina le procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici di lavori; in particolare, il Collegio amministrativo del nostro Paese si riferiva alla normativa nazionale che limita la partecipazione alle gare di appalti pubblici di lavori alle società che esercitano un’attività commerciale.
Il diritto dell’Unione, e segnatamente l’articolo 6 della direttiva 93/37/CEE – ha puntualizzato la Corte dell’Unione europea – “osta ad una normativa nazionale, come quella di cui al procedimento principale, che vieta a una società quale una società semplice, qualificabile come “imprenditore” ai sensi della direttiva 93/37, di partecipare alle gare d’appalto esclusivamente a causa della sua forma giuridica". La normativa italiana, dunque, non risulta conforme alle disposizioni comunitarie sugli appalti.
weekly news 05/2013