I giudici tributari devono motivare in modo idoneo che le prove, offerte in sede di contraddittorio dal contribuente accertato in base agli studi di settore, portano comunque a considerare adeguati i parametri utilizzati per la determinazione presuntiva del reddito e di stabilire che questo risulta non congruo. Risulta di notevole rilevanza la sentenza n. 13773 del 31 maggio 2013, espressa dai giudici della Corte di cassazione, che si sono pronunciati a favore di un professionista richiamato dal fisco per aver dichiarato un reddito assai lontano dagli standard degli studi di settore. Durante il contraddittorio, asseriscono i magistrati, è consentito al soggetto accertato dimostrare che la realtà economica a cui l'ufficio fiscale ha applicato gli studi di settore è particolare ed anomala e quindi che i risultati raggiunti dall'ente impostore non possono essere presi a base per l'accertamento. La sentenza, in conclusione, ha accolto il ricorso del lavoratore professionista che ha provato come la sua attività fosse sporadica e marginale.
weekly news 23/2013