I giudici di Cassazione, con la sentenza n. 25931 del 13 giugno 2013, hanno confermato la condanna per dichiarazione fraudolenta mediante l'uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti comminata dai giudici di merito, ai sensi dell'articolo 2 del Decreto legislativo n. 74/2000, nei confronti di un contribuente. Quest'ultimo si era opposto al provvedimento di condanna asserendo che, essendosi avvalso dello scudo fiscale previsto dall'articolo 13-bis della Legge 102/2009, non poteva essere riconosciuto come penalmente responsabile della condotta addebitatagli. Doglianza, quest'ultima, ritenuta priva di pregio dai giudici di legittimità.
Con la stessa – precisa infatti la Corte - vengono dedotti motivi di merito sull'integrazione della contestata ipotesi di reato, “del tutto incompatibili con la richiesta di applicazione della pena da parte del contribuente ritualmente e consapevolmente proposta”.
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