La Commissione tributaria regionale Campania, con sentenza n. 336/32/13 del 4 ottobre 2013, si è pronunciata in merito al caso di avvenute violazioni amministrative commesse da un dipendente dello Stato.
Il contribuente, intestatario di quattro conti correnti, avrebbe condotto nell'espletamento delle sue funzioni una gestione confusionaria dei movimenti collegati all'attività pubblica.
Nella sua funzione di ufficiale giudiziario pro-tempore, è stato accusato di svariati abusi e violazioni amministrative, situazione che ha pregiudicato in primo grado la sua posizione fiscale, anche se non era intervenuto alcun giudicato definitivo.
Infatti, l'ufficiale era stato assoggettato ad una indagine finanziaria svolta dalla Guardia di finanza, con conseguente recupero diretto sui conti a lui intestati.
La Ctr è intervenuta a definire che pur non essendo esente il contribuente da responsabilità legate alla sua gestione, questo non implica la conseguente appropriazione del reddito, ma è necessaria la verifica di ogni movimentazione finanziaria, risultando così completamente ribaltato il verdetto in favore del contribuente.
Ha stabilito che in sede tributaria: si deve considerare solo ciò che va a costituire il reddito tassabile; va accertato il giusto reddito ex art. 53 della Costituzione; va dato risalto all'art. 115 del cpc, risultando il Fisco in errore qualora non replichi alle eccezioni di parte; ogni singola movimentazione finanziaria deve essere verificata.