Non basta la dichiarazione di dimissioni resa dagli amministratori della società, indagati per truffa aggravata ai danni dello Stato, per affermare il superamento delle circostanze che hanno dato origine alle condotte illecite e alla conseguente applicazione delle misure interdittive ai sensi del Decreto legislativo 231/2001. Soprattutto se a questa dichiarazione non sia seguita nemmeno la sostituzione reale degli amministratori. E' sulla scorta di questo assunto che i giudici di legittimità, con la sentenza n. 46439 del 21 novembre 2013, hanno confermato le misure interdittive disposte ai sensi del Decreto legislativo 231 nei confronti della società i cui amministratori erano stati coinvolti in un'indagine relativa a finanziamenti pubblici illeciti.