Con la pubblicazione sulla Gazzetta europea del 6 maggio della Direttiva 2014/55/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 aprile 2014, sono state emanate le indicazioni da seguire a livello europeo in materia di fatturazione elettronica negli appalti pubblici.
Tempi di attuazione delle nuove regole
Le nuove disposizioni entreranno in vigore il 26 maggio 2014, prevedendo quanto segue:
- entro il 27 novembre 2018 dovranno essere recepite dalle singole normative nazionali;
- entro 18 mesi dall’adozione e pubblicazione sulla Guce del riferimento al nuovo modello standard si introduce l’obbligo di accettare esclusivamente le fatture conformi allo stesso;
- le pubbliche amministrazioni locali possono derogare per ulteriori 30 mesi al nuovo vincolo.
La piena attuazione della direttiva richiederà anche la definizione di una norma tecnica da parte dell'organo di formazione europeo competente.
Le novità della fatturazione elettronica modello Ue
Dal 2018 il testo della direttiva, composto di 14 articoli, si dovrà applicare alle fatture elettroniche emesse a seguito dell'esecuzione di contratti di appalto a cui si applicano la direttiva 2009/81/CE (appalti settori difesa e sicurezza) e le nuove direttive su appalti pubblici e concessioni, nei confronti dei soli aggiudicatari dei contratti.
In particolare due sono le grosse novità che vengono previste.
In primo luogo, si punta sulla standardizzazione del contenuto della fattura elettronica negli appalti pubblici, con un utilizzo limitato a livello europeo di formati diversi. Ciò in virtù del fatto che esistono attualmente regole diverse in ogni Stato membro che non consentono la piena applicabilità di un modello unico. La direttiva punta, così, ad intervenire sul linguaggio da utilizzare per la descrizione degli elementi da riportare in fattura e sul loro contenuto al fine di renderlo unico e obbligatorio in tutta la Ue e sul modello sintattico, ossia sul formato elettronico da adottare, che, invece, potrà essere limitato ad alcuni formati predefiniti. Nello specifico si prevede l’implementazione di un modello standard per la parte “core” così da rendere interoperabili i diversi formati consentiti.
In secondo luogo, è contemplata l’estensione della particolare modalità di certificazione dei corrispettivi non solo per le pubbliche amministrazioni ma per tutte le stazioni appaltanti o i concessionari.