Arriva dall’Ocse un piano globale contro la pratica messa in atto dalle imprese multinazionali di erosione delle basi fiscali nei paesi ad elevata fiscalità con conseguente spostamento dei profitti nei paesi con tassazione più leggera, al fine di ottenere un risparmio d’imposta.
La Base Erosion and Proft Shifting (Beps) – pratica così ridenominata – è rientrata in un piano di contrasto da parte dell’Ocse, con un primo documento emanato a febbraio 2013.
L’Ocse ha raggiunto un intesa con il G20 sui primi 6 punti delle 7 raccomandazioni rientranti nella prima fase di attuazione della manovra di ottimizzazione fiscale delle imprese multinazionali.
Il quadro complessivo del progetto Bpes si compone in totale di 15 raccomandazioni: le restanti otto dovrebbero essere delineate entro settembre 2015.
Intanto l’Ocse e il G20 hanno sottoscritto anche un impegno formale per prevenire l’assegnazione di benefici ottenuti in circostanze inappropriate e per introdurre una maggiore documentazione sui prezzi di trasferimento per le multinazionali.
Nel documento approvato dall’Ocse si legge, infatti, la necessità di predisporre “oltre a un master file e a file locali compilati dalle imprese multinazionali” anche quella di “predisporre un file standard con le informazioni fiscali sui prezzi di trasferimento compilato dalle imprese, uguale in tutti i paesi”.
I sei documenti approvati contengono le prime “indicazioni tecniche che mirano a ristabilire la sovranità fiscale”. Questi dovranno ora essere sottoposti ai ministri delle Finanze del G20 in occasione dell’incontro fissato in agenda per il 20 e 21 settembre a Cairns in Australia. Ottenuto il via libera, la bozza delle raccomandazioni verrà sottoposta ai capi di Stato e governo nella riunione del G20 di novembre 2014.