Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha firmato i decreti di modifica delle black lists "indeducibilità dei costi" e "CFC", gli elenchi dei paradisi fiscali. I provvedimenti attuano le disposizioni contenute nella legge di Stabilità 2015, con cui si modificano i criteri previsti per l’elaborazione delle liste. Ora l’unico criterio rilevante ai fini della black list sulla “indeducibilità dei costi” relativi a transazioni effettuate con giurisdizioni estere è la mancanza di un adeguato scambio di informazioni con l’Italia; mentre, non rileva più il criterio relativo al livello adeguato di tassazione. Pertanto sono stati cancellati: - dalla black list 21 Paesi e giurisdizioni con i quali è in vigore un accordo bilaterale (Convenzione contro le doppie imposizioni oppure TIEA - Tax Information Exchange Agreement) o multilaterale (Convenzione multilaterale sulla mutua assistenza amministrativa in materia fiscale OCSE/Consiglio d’Europa) che consente lo scambio di informazioni in materia fiscale; - dalla “black list CFC”, quella delle Controlled Foreign Companies, in cui si includono paesi con un livello di tassazione inferiore al 50 per cento rispetto all'Italia anche se applicano un accordo con l’Italia sullo scambio di informazioni, escono Filippine, Malesia e Singapore.
In assenza della ratifica degli accordi Monaco, Svizzera e Liechtenstein non potevano uscire dalle liste. La Svizzera esce, però, da quella delle CFC. Un successivo provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Entrate, ai sensi del comma 4 dell’articolo 167 del Testo unico delle imposte sui redditi, fornirà un elenco dei regimi fiscali speciali che prevedono un livello di tassazione inferiore al 50% di quello previsto in Italia, anche se applicati da un Paese con regime di tassazione generale non inferiore al 50% di quello italiano.