In data 15 settembre 2015, la Fondazione Nazionale dei Commercialisti ha pubblicato un documento di approfondimento avente ad oggetto le nuove disposizioni contenute nella Direttiva 2015/849/UE, relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo, oltre che le modifiche più significative per i commercialisti che, con il recepimento della normativa comunitaria, saranno chiamati a rivedere le misure già predisposte in relazione a quanto previsto dal Dlgs 231/2007.
Si ricorda che la nuova Direttiva, più nota con il nome di IV Direttiva Antiriciclaggio, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Ue il 5 giugno 2015 ed, entro il 26 giugno 2017, dovrà essere recepita da tutti gli Stati membri.
L'impatto che il provvedimento comunitario avrà all'interno dell'Ordinamento italiano sarà significativo, se si tiene conto che esso ha modificato sensibilmente il Dlgs n. 231/2007, tanto da includere i reati fiscali tra i reati presupposto del riciclaggio.
Al momento però, la Ue non ha predisposto una definizione condivisa di "reato fiscale" comune a tutti gli Stati membri, lasciando a ciascuno di essi la facoltà di tale qualificazione in base alle proprie normative nazionali. Il tutto con possibili ripercussioni per i professionisti tenuti agli obblighi di comunicazione ai fini antiriciclaggio.
La normativa, infatti, prevede la segnalazione di operazioni sospette sempre e comunque in caso di reato fiscale, anche ai fini dell’autoriciclaggio, con l'obbligo per i professionisti di trasmettere alla Uif non solo i comportamenti artificiosi e fraudolenti, “ma anche quelli non connotati da un intento frodatorio”.
La Fondazione Nazionale dei Commercialisti, evidenziando la suddetta lacuna, ha avvertito la necessità di intervenire in sostegno della categoria professionale.
Infatti, ai sensi di quanto disposto dalla IV Direttiva Antiriciclaggio, il corretto adempimento degli obblighi antiriciclaggio non può ormai prescindere dall’adozione di vere e proprie procedure nell’ambito degli studi professionali. Tra questi si individuano, in prima linea, proprio i dottori commercialisti e gli esperti contabili, da qui la necessità di un documento in cui vengano analizzate le nuove disposizioni, ponendo comunque attenzione alle novità e alle differenze più significative rispetto a quanto previsto nella precedente Direttiva 2005/60/Ce.