Arriva, dall'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano, la richiesta di un parere sulla corretta tassazione di un atto di donazione, da parte di donante non residente a beneficiario residente, di beni che non si trovano sul territorio italiano. Un caso frequente nell’ambito delle procedure di voluntary disclosure.
Con la consulenza giuridica n. 904-3/2015 la DRE lombarda chiarisce che la fattispecie dell'atto di donazione formato all'estero, con il quale un soggetto residente all'estero disponga una donazione di beni e diritti anch'essi situati all'estero, non rileva ai fini dell'applicazione dell'imposta sulle donazioni e non è soggetto a registrazione in termine fisso in Italia.
La DRE spiega che, ai fini dell'imposta sulle donazioni, rilevano e devono essere assoggettati a registrazione in termine fisso anche gli atti formati all'estero aventi ad oggetto beni diversi da immobili e aziende esistenti nel territorio dello Stato, sempreché il donante sia residente nello Stato (articolo 2, comma 1, del TUS) ovvero, nel caso in cui il donante sia non residente, quando i beni siano "esistenti" nel territorio dello Stato (articolo 2, commi 2 e 3, del TUS).