Accertamenti e notifiche alle società estinte: un terreno minato per il fisco. Nonostante la disposizione contenuta nell’articolo 28, D.Lgs. 175/2014 che ha concesso agli enti accertatori cinque anni dalla cancellazione della società dal registro delle imprese per la liquidazione e l’accertamento delle imposte, per gli uffici fiscali i recuperi nei confronti delle società cessate sono un vero e proprio percorso a ostacoli. Per convincersi di ciò basta scorrere le ultimissime sentenze della giurisprudenza tributaria sul tema per capire quanto sia difficile per il fisco portare a termine le attività di liquidazione, accertamento e riscossione quando l’interlocutore è una società, di capitali o di persone, ormai cancellata dal registro delle imprese. Nemmeno la riforma introdotta dalla norma sopra richiamata sembra aver dunque avuto, almeno finora, effetti benefici per il fisco in questa impervia attività. Dopo la sentenza della Corte di Cassazione (n. 6743/2015) che ha sancito l’applicabilità della nuova disposizione soltanto agli accertamenti emessi nei confronti di società cancellate dal registro delle imprese a partire dal 13 dicembre 2014, sono molte le pronunce dei giudici tributari che, allineandosi al pensiero della Suprema corte, dichiarano illegittima l’attività di recupero intentata dagli uffici.