I versamenti in conto corrente dell’imprenditore fallito non possono essere colpiti automaticamente dalla revocatoria. Il curatore fallimentare deve infatti distinguere le cosiddette «operazioni bilanciate» - che hanno il solo scopo di creare una disponibilità della provvista in conto - da quelle «solutorie» destinate a pagare il debito con la banca creditrice. E nell’analizzare i movimenti, per qualificare il tipo di operazione, non è sufficiente il criterio cronologico dei versamenti ma è necessario, invece, rapportarsi al «saldo di giornata».
Con una articolata decisione - sentenza n. 6042/2016, depositata ieri - la Prima civile della Cassazione ha accolto il ricorso di Unicredit in una complessa vicenda processuale che riguarda il Consorzio agrario interprovinciale di Roma e Frosinone (Cairf), finito in liquidazione coatta amministrativa nel gennaio del 1992 e dichiarato, 4 anni prima, in stato di insolvenza.