Incombe sull’amministrazione l’onere di dimostrare che un’operazione antieconomica realizzata tramite una controllata o controllante con sede all’estero costituisca reddito. Vale infatti la regola fondamentale secondo cui la prova dell’elusione e dei suoi presupposti grava sull’ufficio che intende operare le rettifiche. A evidenziare il principio è la Corte di Cassazione, sezione Tributaria, con la sentenza n. 6656 depositata ieri.