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Pubblicità tra i costi di impianto

Pubblicato il 04 maggio 2016 Il Sole 24 Ore ; Italia Oggi


I costi di pubblicità in corso di ammortamento, a determinate condizioni, possono restare iscritti nel bilancio e riclassificati tra quelli di impianto e di ampliamento. È questa una delle precisazioni contenute nella bozza del Principio contabile Oic 24 “Immobilizzazioni immateriali” posta in consultazione sino al 4 giugno prossimo. La nuova versione del Principio contabile aggiorna le definizioni, precisando che la ricerca di base, non capita­lizzabile, è quella sostenuta in un periodo antecedente a quello in cui è chiaramente definito e identificato il prodotto o processo che s’intende sviluppare. Invece, lo sviluppo, i cui costi sono capitalizzabili, è l’applicazione dei risultati della ricerca di base: in tale ambito possono rientrare i costi di ricerca applicata in corso di ammor­tamento, se soddisfano le condizioni richieste per la capitalizzazione dei costi di sviluppo (in caso contrario sono eliminati, come la ricerca di base, con applicazione retroattiva degli effetti). I costi capitalizzabili devono essere relativi a un prodotto o processo chiaramente definito ed essere identificabili e misurabili: la società deve dimo­strare tale inerenza. La determinazione della plusvalenza/minusvalenza in sede di cessione delle immobilizzazio­ni immateriali deve tenere conto degli ammortamenti accumulati fino alla data di alienazione, comprendendo anche la quota di ammortamento relativa alla frazione dell’ultimo esercizio in cui sono state utilizzate. La con­tabilizzazione avviene nelle voci A.5 (plusvalenza) e B.14 (minusvalenza) del Conto economico, in conseguenza dell’eliminazione della parte straordinaria dello stesso.

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