La correzione delle fatture irregolari, in quanto mancanti dei numeri di codice fiscale e di partita Iva, ha effetto retroattivo, convalidando il diritto alla detrazione esercitato con riferimento all’anno della loro emissione. Lo ha chiarito la Corte di Giustizia UE nella sentenza 15 settembre 2016, C-518/14, rispondendo ai giudici tedeschi che avevano sollevato la questione nell’ambito di una controversia scaturita dal rifiuto dell’amministrazione finanziaria di riconoscere la detrazione dell’Iva risultante da fatture che, nel momento in cui erano state emesse, non riportavano i codici identificativi dell’emittente, indicazioni che erano apposte con una regolarizzazione successiva, effettuata nel corso di una verifica.