Dal 1° aprile 2017 cambiano le regole di introduzione e di estrazione dei beni dal deposito Iva. Le nuove regole che sono dirette a rafforzare i poteri di controllo degli uffici in funziona antievasione producono un aggravio finanziario per gli operatori che mal si concilia con lo scopo dell’originario istituto comuni-tario. In particolare, le modifiche introdotte dal decreto interessano due momenti fondamentali della operatività del deposito Iva, ovvero l’introduzione dei beni all’interno del deposito e la successiva estra-zione. Con riferimento all’introduzione dei beni in deposito è stata modificata la lettera c), comma 4, ar-ticolo 50-bis, D.P.R. 633/1972 ed è stata abrogata la successiva lettera d) del medesimo comma 4. Con riguardo alle operazioni di estrazione dei beni dal deposito Iva, l’impatto più importante è quello relati-vo all’obbligo di pagamento dell’imposta, prevedendo però diverse modalità di assolvimento. Il nuovo sesto comma dell’articolo 50-bis, infatti, distingue le ipotesi di estrazione dal deposito di merce oggetto di acquisto intracomunitario rispetto all’estrazione di beni che sono stati introdotti in relazione ad altre tipologie di transazioni (ad esempio: immissione in libera pratica di merci extracomunitarie ovvero ces-sioni interne).