Il contratto di affitto e le utenze domestiche estere vincono la presunzione di falsa residenza. Gli uffici e i giudici che non tengano conto di tali elementi nel configurare un'esterovestizione personale commettono un errore «tale da invalidare, con un giudizio di certezza e non di mera probabilità, l'efficacia probatoria delle altre risultanze sulle quali il convincimento è fondato». Ad affermarlo è la sezione tributaria della Cassazione nella sentenza n. 5388/2017.