L'interrogatorio a sorpresa del fisco rende nullo l'accertamento. L'amministrazione finanziaria non può basare le sue pretese su informazioni rese verbalmente da un contribuente che, convocato per esibire alcuni documenti contabili, non era stato informato prima delle domande. Anche se il soggetto ha spontaneamente risposto ai quesiti. Tale modalità di procedere, infatti, viola i principi di collaborazione e buona fede richiesti dalla L. 212/2000. È quanto stabilito dalla CTP Reggio Emilia nella sentenza n. 38/II/17, depositata lo scorso 19 gennaio.