Nel caso di un controllo da parte degli ispettori dell’INPS la regolare assunzione dei lavoratori può essere dimostrata attraverso l’esibizione dei libri contabili. A precisarlo è la Corte di cassazione con l’ordinanza n.20861 depositata il 6 settembre 2017, secondo la quale l’attendibilità della prova è data dal regolare e completo inserimento di dati.
Un datore di lavoro, operante nel settore edilizio, era sanzionato dall’Agenzia delle Entrate, poiché impiegava alcuni operai presso la sua attività in modo irregolare. Infatti dopo un controllo da parte degli ispettori dell’INPS, risultava che l’imprenditore si avvaleva dei lavoratori, senza aver preventivamente comunicata la loro assunzione agli enti competenti. Il contribuente impugnava il provvedimento presso la commissione tributaria provinciale, che ne accoglieva in parte le doglianze. La decisione era completamente ribaltata in secondo grado. I giudici di appello infatti sostenevano che le prove fornite dal datore di lavoro, quali i libri paga, matricola e la denuncia di inizio lavori all’INAIL, non erano sufficienti ed idonee a provare la regolare assunzione degli operai. Il contribuente decideva quindi di ricorrere in cassazione, per sostenere la validità delle prove presentate.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 20861, depositata il 6 settembre 2017, ha accolto il ricorso presentato dal datore di lavoro.
In particolare, i giudici di legittimità sanciscono che i libri paga e matricola sono una valida prova.
Secondo la Corte di Cassazione i libri contabili che ciascun datore di lavoro privato è obbligato a tenere, possono costituire una tangibile prova suo favore, poiché tenuti e compilati dallo stesso. Tuttavia, sottolinea la Corte, occorre che siano tenuti in modo regolare, completo ed aggiornati con tutti i dati necessari.
A questo punto la controparte potrà sempre, laddove vi saranno i presupposti sempre confutarne il contenuto, attraverso: mezzi contrari di difesa; specifiche deduzioni ed argomentazioni finalizzate a dimostrare l’inesattezza. La valutazione delle prove fornite dalle parti sarà valutata prudentemente dal giudice competente.
In sostanza i giudici supremi spiegano che l’esibizione dei libri contabili costituisce una valida prova, per dimostrare l’impiego regolare dei lavoratori, soltanto se costantemente aggiornati; da qui l’accoglimento del ricorso.