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Conciliazione vita-lavoro: nuovi sgravi contributivi per i datori di lavoro

Pubblicato il 15 settembre 2017 Il Sole 24 Ore; Italia Oggi

Con comunicato stampa del 14 settembre 2017, il Ministero del lavoro ha annunciato che è stato firmato il decreto che riconosce sgravi contributivi ai datori di lavoro privati che abbiano previsto, nei contratti collettivi aziendali, istituti di conciliazione tra vita professionale e vita privata dei lavoratori.


Il decreto, che porta la firma del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e del Ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo Padoan, dovrà essere registrato dalla Corte dei Conti.


Il provvedimento attua la misura sperimentale prevista dal decreto legislativo n. 80/2015, attuativo del Jobs Act, alla quale sono destinati complessivamente circa 110 milioni di euro per il biennio 2017 e 2018, a valere sul Fondo per il finanziamento di sgravi contributivi per incentivare la contrattazione di secondo livello.


Il decreto recepisce le indicazioni contenute nelle Linee guida elaborate da un'apposita Cabina di regia presieduta dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e composta da rappresentanti dei Dipartimenti per la famiglia, per le pari opportunità e della funzione pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Economia e delle Finanze.


Per accedere agli sgravi contributivi i datori di lavoro dovranno aver sottoscritto e depositato contratti collettivi aziendali che prevedano l'introduzione di misure di conciliazione tra vita professionale e vita privata innovative e migliorative rispetto a quanto già previsto dai contratti collettivi nazionali di riferimento o dalle disposizioni vigenti.

Ambito temporale di applicazione

Il beneficio potrà essere riconosciuto ai contratti collettivi aziendali sottoscritti e depositati a decorrere dal 1 gennaio 2017 e non oltre il 31 agosto 2018, nei limiti e con le modalità stabilite nel decreto.


Considerato il carattere sperimentale della misura, il decreto individua criteri di accesso al beneficio che possano favorire la più ampia partecipazione dei datori di lavoro interessati.


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