Commette reato il professionista che non conserva nel suo studio o in quello del commercialista la contabilità e i documenti fiscali impedendo così alla GdF, in sede di accesso, di verificare e ricostruire il volume d'affari. La punibilità non viene meno neppure se il plico viene consegnato in un secondo momento all'Agenzia delle entrate. Lo ha sancito la Corte di Cassazione che, con la sentenza n. 55476/2017, ha respinto il ricorso di un professionista che non aveva conservato tutte le fatture nei suoi studi né presso il commercialista.