La Fondazione Studi dei Consulenti del lavoro, con il parere n. 1 del 9 aprile 2018, chiarisce alcuni punti fondamentali sul Regolamento Europeo in materia di protezione dei dati personali 2016/679, in vigore dal prossimo 25 maggio 2018. La Direttiva n. 95/46, recepita con l’attuale Codice della privacy (d.lgs. n. 196/2003), viene espressamente abrogata dal nuovo Regolamento che è applicabile immediatamente e direttamente vincolante in ogni sua parte sia per gli Stati membri che per i cittadini, senza alcun ulteriore passaggio attuativo.
Il giudizio sulla compatibilità dello schema di decreto legislativo con la delega prevista dalla Legge n. 163/2017, che richiede l’adeguamento del quadro normativo nazionale alle disposizioni del regolamento UE in discorso, abrogando le disposizioni incompatibili, modificando il codice vigente e coordinando ogni altra normativa ove necessario al premesso adeguamento non è dunque siginificativo. Ciò in quanto è l’approccio che deve essere respinto: nessun rinvio può venire invocato o ritenuto necessario né periodo di wait and see per i destinatari, imprese innanzitutto, che dovranno trovarsi pronti, alla data premessa, all’applicazione delle nuove regole, pena l’applicazione del regime sanzionatorio.
Lo stesso Regolamento prevede esplicitamente un regime transitorio per conformare anche i trattamenti già in corso alla nuova normativa. Anche il Garante per la protezione dei dati personali, investito dal legislatore nazionale del compito di assicurare la tutela dei diritti fondamentali e delle libertà dei cittadini, ha predisposto una guida all’applicazione delle nuove norme in materia di protezione dei dati personali contenente, tra l’altro raccomandazioni specifiche e suggerimenti circa le azioni che possono essere intraprese immediatamente perché fondate su disposizioni precise del regolamento, che non lasciano spazi a interventi del legislatore nazionale.