Un mese e mezzo per trovare l’intesa è un tempo enorme, soprattutto se il cronometro continua a corre-re e la scadenza si avvicina. Il D.Lgs. varato in prima lettura dal CdM il 21 marzo per conciliare le nuove regole europee sulla privacy (che partiranno il 25 maggio) con la normativa nazionale ora in vigore continua a rimanere un mistero. O quasi. Il nuovo documento ha un impianto in alcune parti diverso da quello della prima ora e, in particolare, fa rivivere le sanzioni penali, che nella precedente versione era-no state “sacrificate” in nome di un inasprimento, previsto dal GDPR, di quelle amministrative. L’ideale è che il decreto giunga al traguardo prima del 25 maggio, così da consentire a tutti gli operatori, privati e pubblici, di confrontarsi con un quadro normativo della privacy chiaro e definito.